LITTLE TALK, UN VIAGGIO INSIEME A IMPRENDITORI E MANAGER | INTERVIEW 8

Economia, impresa, attualità, lavoro, finanza: conoscere il mondo del business da vicino, grazie al punto di vista privilegiato di chi vive quotidianamente opportunità e sfide del mercato. Little Talk vuole offrire una lente d’ingrandimento su rapporti economici e dinamiche di mercato attraverso il racconto di imprenditori, professionisti e manager che ci porteranno nel cuore delle loro aziende. In ogni intervista chiederemo di rispondere a 4 domande: una breve chiacchierata per scoprire il mondo degli affari.

 

Oggi a Little Talk intervistiamo Simone Cravaschino, Corporate Development Manager di La Pasta di Aldo

Nome: Simone Cravaschino

Ruolo: Corporate Development Manager

Azienda: La Pasta di Aldo SRL

Settore: Food and Beverage

Descrizione: Azienda di Pasta secca all’uovo artigianale, punto di riferimento per l’alta ristorazione nazionale e internazionale.

 

Perché fai questo lavoro?

Faccio questo lavoro perché credo fortemente nel Made in Italy e nelle aziende che lo portano in tutto il mondo. È un settore difficile e impegnativo, ma capace di dare grandi soddisfazioni.

Qual è il tuo punto di forza e quello della tua azienda?

Da una parte ho un percorso di studi in materie economiche e una grande passione per la strategia aziendale, dall’altra un forte attaccamento al territorio e alle cose semplici però di grande valore, come i prodotti della mia azienda. Un’azienda che è stata in grado di riportare la pasta all’uovo alle sue origini, rendendo un prodotto considerato povero in un gioiello presente non solo nelle cucine dei migliori chef ma anche nelle case degli amanti del buon cibo.

Da dove deve partire un’azienda per avere successo?

Prima di tutto deve avere ben chiaro dove si vuole arrivare e qual è la strada da percorrere per arrivarci. Se L’azienda non è in grado di decidere per sé stessa prima o dopo sarà il mercato a farlo. Quindi obiettivi strategici chiari, fissati da persone competenti, responsabilizzate e con libertà di agire.

Poi, sembra ovvio ma non lo è, per le sue caratteristiche intrinseche, l’Italia deve puntare su prodotti/servizi premium; per logiche di quantità, standardizzazione e prezzo non ha gli spazi, le risorse umane e il mercato adatto.

Qual è l’attuale scenario di mercato in cui opera la tua azienda? Quali le prospettive future?

Per il nostro tipo di prodotto la competizione è alta e i margini sono bassi, ma allo stesso tempo la qualità è sempre più apprezzata sia in mercati consolidati che nei paesi cosiddetti emergenti. Vedo buone opportunità per il Made In Italy nei prossimi anni, a patto che le aziende continuino ad investire e innovare, sia in termini di prodotto che di competenze.

Non perdere la prossima intervista!

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